ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL RESTAURO NEGLI ANNI TRENTA IN ITALIA: LA 'LIBERAZIONE' DEL TEATRO DI MARCELLO IN ROMA

Valeria Montanari

“Sapienza” Università di Roma

 

 

Nel trattare dei restauri di “liberazione di un monumento dalle inorganiche aggiunte interne ed esterne”, Gustavo Giovannoni, scriveva che tali interventi “possono rappresentare la forma più genuina, il tipo ideale del ripristino allorché l’opera può tornare alla luce completa, sciolta dalla ganga di altre costruzioni interne che la nascondevano o di fabbriche esterne che l’attorniavano”. Passando poi alla descrizione di esempi concreti, ipotizzabili in tale categoria, l’autore sosteneva che “ognuno non potrà che plaudire se monumenti come … il Teatro di Marcello potranno anche essi sciogliersi dalle volgari costruzioni che li soffocano, anche se come è inevitabile, l’opera dovrà compiere importanti lavori di consolidamento e di ripresa”. L’auspicio formulato da Giovannoni verrà attuato a partire dall’aprile del 1926 e si concluderà qualche anno dopo; questo intervento, nel quale si affronteranno le varie tematiche del restauro in campo archeologico (il contesto ambientale, lo scavo, il consolidamento, il tema delle stratificazioni, l’integrazione delle parti mancanti) e dove si utilizzeranno sia le tecniche tradizionali che quelle moderne, rappresenta appieno lo stato del dibattito sulla disciplina in Italia alla vigilia della Conferenza di Atene.